Visualizzazione post con etichetta evoluzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta evoluzione. Mostra tutti i post

22 dicembre 2020

# 27 La mappa concettuale



Si presenta una mappa concettuale neurale riguardante i concetti chiave alla base dell'utilizzo e del funzionamento di un apparato telefotografico.










 

26 novembre 2020

# 24 Le parole nella storia



Alcune parole chiave della telefotografia, comparse dalla fine dell'800 sino ad oggi, nei libri presenti nella biblioteca virtuale di Google, sono qui riportate:













Dal grafico si osserva che l'uso più frequente del termine teleobjective si è verificato tra gli anni 20 e 30 del '900, probabilmente perché in quel periodo vi è stato un rilevante progresso tecnologico in tale campo.















Lo stesso termine "teleobjective", però in lingua italiana, sembra avere un utilizzo più intenso negli ultimi anni del 2000, ma presenta un massimo a cavallo del '900, periodo in cui in Italia si ebbe uno sviluppo significativo di tale tecnologia, infatti l'invenzione del teleobiettivo  è attribuita a Francesco Negri nel 1880, e nel 1895 fu costruito l'apparato telefotografico Roster-Mariani.













L'affermata carriera di Giorgio Roster (1843 - 1927), uomo poliedrico che fra diverse invenzioni, costruì il teleobiettivo che assunse il suo cognome e l'apparato telefotografico Roster-Mariani, corrisponde ad un elevato numero di pubblicazioni ove appare il suo nome; inoltre si riscontra un rinnovato interesse nei suoi confronti negli anni 2000.




 

22 ottobre 2020

# 8 I materiali

 




Il vetro è il materiale con il quale sono fabbricate le lenti del teleobiettivo, componente essenziale dell’apparato telefotografico come il Roster-Mariani. Costituito principalmente da derivati di silicio, il vetro trova molteplici applicazioni anche per la facilità con la quale può essere modellato nelle forme più varie e il suo utilizzo è già attestato nel 3° millennio a.C. in Mesopotamia per monili e intarsi; la più antica industria del vetro colorato con ossidi metallici si riscontra in Egitto (Tell el-‛Amarna), mentre vetri soffiati senza decorazione, anfore, vasi, piatti si trovavano già a Pompei e a Roma, dove si fabbricavano anche urne cinerarie vitree. Nel Medioevo fino al 9° secolo si usò il vetro per i calici, altri oggetti di culto e di uso funerario, e per piccoli recipienti di uso farmaceutico o cosmetico, talora con decorazioni a rilievo o incise alla ruota, mentre l’uso di chiudere con il vetro le finestre, già noto ai Romani, si conservò a Costantinopoli. In Siria fino al 14° secolo furono prodotte superbe lampade da moschea e fiasche dipinte, trasparenti e bianche, con smalti in rilievo. Nella seconda metà del 15° secolo i vetrai muranesi, mentre continuavano a perfezionarsi nel vetro soffiato, valendosi probabilmente di ricette orientali, con forme derivate dall’oreficeria occidentale, e decorazione affine alla miniatura contemporanea, crearono vetri colorati azzurro cobalto, verde, paonazzo. Agli inizi del 19° secolo, gli sviluppi dell’industria del vetro, insieme a quelli dell’industria siderurgica, permisero all’architettura nuove e ardite soluzioni applicate, inizialmente, in settori particolari come le serre e i passaggi coperti. Dal 20° secolo in poi, venne impiegato in larga scala per la copertura di grandi grattacieli e torri, in quanto il vetro permette una continuità di superfici e una grande resa estetica.

L’evoluzione e il miglioramento negli anni, del processo di lavorazione delle lenti, ha permesso un aumento della qualità dell’immagine, grazie a procedimenti avanzati quali la lucidatura con polvere di diamante e ossido di cerio, il rivestimento con determinati materiali con lo scopo di ottenere caratteristiche come l'antiriflesso, l'antigraffio, l'antiappannante, il filtro UV, il fondo riflettente.



Nella città di Murano vi è un importante Museo del Vetro, si riporta qui il link del suo sito.







Sitografia:

https://www.treccani.it/enciclopedia/vetro/


15 ottobre 2020

#4 La scienza

La topografia, dal greco “topos”, luogo e “graphos”, grafia, è la scienza che ha per oggetto lo studio dei metodi, dei procedimenti applicativi, dei modelli di calcolo e delle strumentazioni atte al rilievo di una porzione specifica della superficie fisica del globo terrestre; disciplina che insieme alla fotogrammetria, si serve anche della telefotografia, ossia la fotografia mediante teleobiettivi, per rappresentare su carta il territorio. La fotogrammetria, invece è una tecnica di rilievo che consente l’acquisizione dei dati metrici di un oggetto tramite l’analisi di una coppia di fotogrammi stereometrici, ossia due immagini che unite generano un’immagine stereoscopica. Le prime applicazioni delle topografia (1851) e l'invenzione della  “photogrammétrie”  vengono attribuite al francese Aimè Laussedat (Moulins 1819 - Parigi 1907), colonnello del Genio Militare, professore di astronomia e geodesia dal 1856 alla Scuola politecnica di Parigi della quale fu nominato direttore nel 1880. 

Tali discipline si servivano dell’apparato telefotografico sia in ambito civile che militare, infatti il Roster-Mariani fu costruito nel 1895 per equipaggiarne vari comandi militari.

 


                                                       Un esempio di topografia:



Un esempio di fotogrammetria:





 

Sitografia: