29 ottobre 2020

# 11 I costruttori

 

L’apparato telefotografico Roster-Mariani, nota la sua complessità, fu assemblato a partire dalle sue componenti fabbricate da diverse ditte; il teleobiettivo Roster venne costruito dall’Ottico Granchi di Firenze, gli chassis per le lastre e in genere gli organi fotografici dalla Ditta Cappelletti, mentre le parti in metallo furono eseguite nell’officina meccanica dell’Istituto Geografico Militare a Firenze.

 

                 Stemma dell’Istituto Geografico Militare                     

 

L'IGM nacque nel 1861 in seguito all'unità d'Italia, come organo cartografico di Forza Armata; nel tempo, in riconoscimento dell'alta qualità delle proprie produzioni vide espandere il suo ruolo da ente di supporto dell'Esercito e della Difesa sino ad organo cartografico dello stato, nel 1960.




Si riporta un'articolo di giornale della provincia di Firenze in cui si annovera l'ottica Granchi:




Annuario d’Italia guida generale del Regno pagina 1578

 

 

 

 

Sitografia:

·           Annuario d’Italia guida generale del Regno pagina 1578 https://books.google.it/books?id=zQ9SLm7Bt-0C&pg=PA1578&lpg=PA1578&dq=granchi+oreste+ottico+firenze&source=bl&ots=LdwYhSZ8Mk&sig=ACfU3U3uDBUBIPc5RVrkM_zDoyj_rHT2og&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiUwKDP39LsAhUR8hQKHYx6DvAQ6AEwA3oECAIQAg#v=onepage&q=granchi%20oreste%20ottico%20firenze&f=false

·       https://www.igmi.org/museo/strumento.php?sender=catalogo&id=166

·       https://www.igmi.org/it/chi-siamo/chi-siamo-1/copy_of_cenni-storici

 



28 ottobre 2020

# 10 I libri

 

Si riporta una bibliografia da consultare per approfondire la conoscenza dell’apparato telefotografico, del suo principale inventore Giorgio Roster, e della fotografia scientifica e militare:
 
  •  Saggio: Giorgio ROSTER, Note pratiche su la telefotografia, Firenze: Landi, 1893.
  •  Catalogo: IGM, catalogo generale strumenti IGM pag. 185, 1922
  •  Saggio: Clemente MARSICOLA, Il viaggio in Italia di Giovanni Gargiolli. Le origini del Gabinetto Fotografico Nazionale, 1895-1913, Roma: Istituto centrale per il catalogo e la documentazione, 27 novembre 2014 – 30 gennaio 2015
  • Articolo di periodico: Giorgio ROSTER, La fotografia all’Esposizione nazionale ed internazionale di Firenze, aprile-maggio 1899, in: Bullettino della Società fotografica italiana, a. XI, disp. 5-7, pp. 105-116, maggio-luglio 1899.
  • Monografia: Giorgio ROSTER, Le applicazioni della Fotografia nella scienza. Conferenza, Secondo Congresso Fotografico Italiano, Firenze: tipografia di M. Ricci, 1899.
  • Articolo di periodico: Giorgio ROSTER, La sezione scientifica nella esposizione fotografica di Firenze, in: Bullettino della Società fotografica italiana, a. XI, disp. 5-7, pp. 273-284, maggio-luglio, 1899.
  • Articolo di periodico: Giorgio ROSTER, Note pratiche sulla telefotografia, in: Bullettino della società fotografica italiana, a. IV, disp. 11-12, pp. 229-240, novembre-dicembre, 1892.

 

22 ottobre 2020

# 9 Gli inventori

 

 




L’invenzione dell’apparato telefotografico Roster-Mariani (1895) è da attribuirsi, come si evince dal nome, al Professore Giorgio Roster, che ideò la disposizione delle lenti del teleobiettivo, e all’Ingegnere Geografo Mariani cui venne affidato il disegno dell’apparato. La sua costruzione può essere inserita nel contesto­­ storico-filosofico del positivismo, corrente di pensiero che, tra le sue peculiarità distintive, promuoveva lo studio scientifico e l’applicazione dei suoi principi a tutte le branche della conoscenza.

Giorgio Roster (Firenze, 1843-1927) si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1864, presso la Regia Università di Pisa e dal 1866 collaborò alla Cattedra di Chimica applicata alla Fisiologia e alla Patologia dell’Istituto di Studi Superiori di Firenze.  Dotato di forte vocazione sperimentale, Roster ricorse infatti all’uso della fotografia, come essenziale ausilio per la ricerca scientifica e per la didattica. Il notevole materiale bibliografico e fotografico prodotto da Roster, oltre a dimostrare la sua varietà di interessi, rappresenta una testimonianza di rilievo fondamentale della cultura scientifica ottocentesca.

Il teleobiettivo, componente principale dell’apparato telefotografico, fu invece inventato da Francesco Negri nel 1880, adattando uno speciale cannocchiale ad una macchina fotografica, e costruito da Koristka di Milano; pertanto venne denominato teleobiettivo Negri-Koristka.









Teleobiettivo Negri-Koristka in Abacus-Aurem, Collezione Diego Padovan





Sitografia:

# 8 I materiali

 




Il vetro è il materiale con il quale sono fabbricate le lenti del teleobiettivo, componente essenziale dell’apparato telefotografico come il Roster-Mariani. Costituito principalmente da derivati di silicio, il vetro trova molteplici applicazioni anche per la facilità con la quale può essere modellato nelle forme più varie e il suo utilizzo è già attestato nel 3° millennio a.C. in Mesopotamia per monili e intarsi; la più antica industria del vetro colorato con ossidi metallici si riscontra in Egitto (Tell el-‛Amarna), mentre vetri soffiati senza decorazione, anfore, vasi, piatti si trovavano già a Pompei e a Roma, dove si fabbricavano anche urne cinerarie vitree. Nel Medioevo fino al 9° secolo si usò il vetro per i calici, altri oggetti di culto e di uso funerario, e per piccoli recipienti di uso farmaceutico o cosmetico, talora con decorazioni a rilievo o incise alla ruota, mentre l’uso di chiudere con il vetro le finestre, già noto ai Romani, si conservò a Costantinopoli. In Siria fino al 14° secolo furono prodotte superbe lampade da moschea e fiasche dipinte, trasparenti e bianche, con smalti in rilievo. Nella seconda metà del 15° secolo i vetrai muranesi, mentre continuavano a perfezionarsi nel vetro soffiato, valendosi probabilmente di ricette orientali, con forme derivate dall’oreficeria occidentale, e decorazione affine alla miniatura contemporanea, crearono vetri colorati azzurro cobalto, verde, paonazzo. Agli inizi del 19° secolo, gli sviluppi dell’industria del vetro, insieme a quelli dell’industria siderurgica, permisero all’architettura nuove e ardite soluzioni applicate, inizialmente, in settori particolari come le serre e i passaggi coperti. Dal 20° secolo in poi, venne impiegato in larga scala per la copertura di grandi grattacieli e torri, in quanto il vetro permette una continuità di superfici e una grande resa estetica.

L’evoluzione e il miglioramento negli anni, del processo di lavorazione delle lenti, ha permesso un aumento della qualità dell’immagine, grazie a procedimenti avanzati quali la lucidatura con polvere di diamante e ossido di cerio, il rivestimento con determinati materiali con lo scopo di ottenere caratteristiche come l'antiriflesso, l'antigraffio, l'antiappannante, il filtro UV, il fondo riflettente.



Nella città di Murano vi è un importante Museo del Vetro, si riporta qui il link del suo sito.







Sitografia:

https://www.treccani.it/enciclopedia/vetro/


# 7 Il mito
















L'apparato telefotografico, mediante un sistema di lenti, è in grado di ingrandire e ritrarre un soggetto da esso molto distante; tale prerogativa appartiene anche al fenomeno, divenuto un mito nei pressi dello Stretto di Messina, noto come Fata Morgana. Durante la sua manifestazione è possibile percepire la costa opposta notevolmente ravvicinata, ed anche scorgere le sagome delle persone che passeggiano sul lungomare dell'altra regione, inoltre, sovente si può osservare l'immagine del soggetto capovolta e sospesa in aria.

Di seguito si riporta il mito della Fata Morgana















Il progetto originale del teleobiettivo Roster


 

Teleobiettivo Roster : disegno / G. Roster (fot., 1 stampa, b/n, 16x24 cm, 1892 [ma 12/01/1893])  




Sitografia: 

https://bibdig.museogalileo.it/Teca/Viewer?an=964650

19 ottobre 2020

# 6 Il simbolo

 

 



In ancient Egyptian mythology, the Eye of Ra is an extension of Ra’s power, equated with the disk of sun.

As the eye may symbolise the mightiest way of investigation, so the telephoto apparatus may be compared to an empowered human eye able to discover and unveil unknown paths
 to knowledge.






15 ottobre 2020

Un teleobiettivo moderno

 


#5 Il principio fisico



L’ottica è la branca della fisica che studia i fenomeni relativi alla propagazione della luce e gli effetti della sua interazione con i corpi, ed i suoi principi determinano anche il funzionamento del teleobiettivo Zeiss montato nell’apparato telefotografico Roster-Mariani.

 


Il sistema ottico, di un tipico teleobiettivo, (riferendosi alla figura in alto) è costituito da due lenti: un gruppo convergente anteriore b e da uno posteriore divergente c (lente telenegativa); la distanza focale f risulta notevolmente maggiore della distanza d tra obiettivo e piano e della pellicola ottenendo in tal modo un’immagine dell’oggetto molto più grande di quella che si avrebbe con un obiettivo con una focale minore.









La lunghezza focale è la distanza tra il piano della messa a fuoco, ossia il sensore per le fotocamere digitali o la pellicola per quelle analogiche, ed il centro ottico dell'obiettivo, ovvero quel punto sulla lente per cui il raggio luminoso non subisce deviazione alcuna; nei sistemi di lenti, pertanto negli obiettivi fotografici si utilizza la lunghezza focale effettiva EFL, la cui formulazione matematica è :


 ove: n è l'indice di rifrazione del materiale                                                                                                 delle lenti,                                                                                                                                                       
                                                                                           R1 ed R2 sono i raggi di curvatura delle                               lenti,

                                                                                          1/f è il potere convergente o diottrico                                             della lente.








 

 


 

 

 Sitografia:

·       https://www.treccani.it/enciclopedia/teleobiettivo

·       https://www.treccani.it/enciclopedia/ottica/





Campagna romana dal pallone aerostatico



 Campagna romana : dal pallone / [G. Roster] (fot., 1 stampa, b/n, 17x23 cm, [post 1893])

 

Roma da terra

 




Roma : da terra / [G. Roster] (fot., 1 stampa, b/n, 16x23 cm, [post 1893])  





Sitografia:

 https://bibdig.museogalileo.it/Teca/Viewer?an=964651&pag=Foto%2025


#4 La scienza

La topografia, dal greco “topos”, luogo e “graphos”, grafia, è la scienza che ha per oggetto lo studio dei metodi, dei procedimenti applicativi, dei modelli di calcolo e delle strumentazioni atte al rilievo di una porzione specifica della superficie fisica del globo terrestre; disciplina che insieme alla fotogrammetria, si serve anche della telefotografia, ossia la fotografia mediante teleobiettivi, per rappresentare su carta il territorio. La fotogrammetria, invece è una tecnica di rilievo che consente l’acquisizione dei dati metrici di un oggetto tramite l’analisi di una coppia di fotogrammi stereometrici, ossia due immagini che unite generano un’immagine stereoscopica. Le prime applicazioni delle topografia (1851) e l'invenzione della  “photogrammétrie”  vengono attribuite al francese Aimè Laussedat (Moulins 1819 - Parigi 1907), colonnello del Genio Militare, professore di astronomia e geodesia dal 1856 alla Scuola politecnica di Parigi della quale fu nominato direttore nel 1880. 

Tali discipline si servivano dell’apparato telefotografico sia in ambito civile che militare, infatti il Roster-Mariani fu costruito nel 1895 per equipaggiarne vari comandi militari.

 


                                                       Un esempio di topografia:



Un esempio di fotogrammetria:





 

Sitografia:

 

 


14 ottobre 2020

#3 Glossario



L'apparato telefotografico Roster-Mariani è costituito dai seguenti componenti:





 

  •      Teleobiettivo, ovvero un obiettivo con una focale compresa tra 135 e 300 mm, formato da:

 

o   Un elemento positivo (Zeiss anastigmatico da 220 mm) ed uno negativo, ossia due lenti divergenti;

o   Quattro anelli dell'altezza di 35 mm, mediante i quali si varia la distanza tra le lenti, ottenendo diversi ingrandimenti.

 

  •      Treppiede, costituito da:

 

o   Una piattaforma o testa a disco circolare graduata da 0° a 360° nella sua superficie laterale;

o   Un secondo disco girevole montato sul primo.

 

  •      Controtreppiede, formato da tre bastoni, che fissandosi a nocella della camera oscura, riduce i movimenti e le vibrazioni dello strumento.

 

  •      Telaio, montato sulla seconda piattaforma girevole, il quale accorciandosi o allungandosi corregge la camera oscura.

 

  •      Camera oscura, cioè una scatola chiusa, nella quale la luce può penetrare attraverso un orifizio “foro stenopeico”, e l’immagine riflettersi capovolta su una superficie fotosensibile.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sitografia:

https://www.igmi.org/museo/strumento.php?sender=catalogo&id=166

 

 

 

 

09 ottobre 2020

#2 L'immagine






























Dimensioni:                    1005x280x490 mm
Data di costruzione:     1895







Sitografia : 

#1 Il nome

 


L'apparato telefotografico è uno strumento in grado di ritrarre oggetti a grande distanza; tra le principali funzioni si annovera la misurazione del territorio sia per uso topografico che militare.



















L'etimologia del nome, costituito da due parole è da ricercarsi nel termine latino apparatus-us "congegno, strumento" e in quelli greci  tele "lontano",  phos-photos "luce", grapho "disegno".  L'utilizzo del termine, nel contesto storico-linguistico degli inizi del '900, recupera interamente il suo significato etimologico originario di congegno in grado di catturare un' immagine a distanza.

Qui si riporta il nome dello strumento tradotto nelle lingue più diffuse nel mondo:

telephoto apparatus (inglese), dispositivo telefotográfico (spagnolo), 遠攝裝置 Yuǎn shè zhuāngzhì (cinese).



Sitografia: